L’ aratura è una delle operazioni colturali più comuni e caratteristiche che consiste nel tagliare e rivoltare il terreno. E’ una pratica che ha un grande senso di transizione e rinnovamento, cancellando tutte le tracce presenti e portando in superficie terreno puro, riposato e pronto per essere coltivato. Visivamente un campo appena arato da un senso di pace, all’ olfatto idem, il profumo di terra può essere dolce e inebriante.
L’ aratura può essere sostenibile quando è anche sovescio. In questo caso infatti è stato contemporaneamente interrato un erbaio di loietto di cinque mesi che contribuirà a migliorare la struttura e la fertilità di queste risaie.
Le ultime risaie ancora sommerse ci regalano verso la fine dell’ inverno alcuni splendidi panorami. Le alpi biellesi sono ancora innevate e dominano la vista rispecchiandosi nell’ acqua.
La sommersione invernale delle risaie è una pratica inusuale in cui noi crediamo molto. Migliora la fertilità dei nostri terreni e li mantiene vivi e attivi anche durante il freddo inverno. Le risaie sommerse anche in questa stagione rappresentano una preziosa risorsa per l’ avifauna. Al calare del sole lo starnazzare delle anitre selvatiche è una costante che rompe la quiete della notte.
Il nostro erbaio biologico prosegue il suo sviluppo in attesa di diventare pacciamatura verde per il riso nella prossima primavera. La qualità dell’ erbaio, la sua uniformità ed il suo adeguato sviluppo sono determinanti per la buona riuscita di questa tecnica colturale.
La risaia sommersa sul finire dell’ autunno offre unso scenario di pace e tranquillità. Le alpi biellesi innevate fanno apprezzare tutto lo splendore del nostro territorio. La sommersione autunno – vernina delle risaie ha una grande valenza ambientale e contribuisce a migliorare la fertilità del suolo. E’ una pratica sostenibile nella moderna risicoltura.
Risaia sommersa in autunno, in alto a sinistra il Monte Rosa con ben visibile Punta Gnifetti, a destra bestiame al pascolo.
Siamo circa a sei giorni lavorativi dalla fine della mietitura 2019. Da raccogliere in campo abbiamo ancora alcuni tra i nostri risi più pregiati come i biologici e le varietà rosse e nere. Siamo un po’ in apprensione perché il clima si sta facendo ostile e le previsioni meteo non sono per nulla rassicuranti , con la pioggia che potrebbe essere la protagonista assoluta dei prossimi dieci giorni.
In questi giorni si è resa necessaria la distruzione della nostra soia biologica. La presenza eccessiva di infestanti, la produzione limitata, i tempi lunghi da attendere per la raccolta e la necessità di seminare il loietto per la pacciamatura verde 2020, ci hanno imposto la distruzione della produzione. Quella che può sembrare un’ operazione scellerata, in realtà rappresenta per noi una semplice fase di preparazione del terreno per la coltivazione di riso biologico nella prossima annata.
Se la prima foto può lasciare qualche dubbio, la seconda, con la trattrice impegnata nella trinciatura, mostra la reale infestazione del campo. In queste condizioni la soia sarebbe maturata verso fine mese assieme ad una grande quantità di semi di giavone, l’ erbaccia più infestante e complicata della risaia che siamo costantemente impegnati a debellare.
In Agricoltura Biologica questi sono interventi necessari. Le opzioni a disposizione e i tempi sono decisamente più ristretti. Spiace immensamente distruggere una coltura ma è l’ unico modo per poter produrre l’ anno successivo. E’ la nostra esperienza ad imporci le regole di lavoro e nei nostri campi biologici, riusciamo a produrre riso solo ad anni alterni. Quello che può sembrare strano è per noi un successo che ci riempie di orgoglio. A differenza di quanto si pensi l’ Agricoltura Biologica è molto difficile e non perdona errori, soprattutto per chi come noi, non accetta compromessi.
Queste ultime due foto mostrano le parti più belle e che abbiamo sperato sino all’ ultimo di poter raccogliere ma non ci siamo riusciti. Ora spazio al loietto e all’ anno che verrà. La soia è una grande miglioratrice del terreno, grazie alla sua radice fittonante e alla simbiosi con batteri azoto fissatori.
Il Loietto seminato a fine settembre spunta tra le paglie lasciate dal riso appena raccolto. Il Loietto italico, chiamato anche Loiessa o Loglio d’ Italia, è una graminacea straordinaria che si sta rivelando estremamente sinergica per la nostra risicoltura integrata e sostenibile. Nelle nostre risaie il loietto ha la funzione di dare una copertura vegetale al terreno durante i mesi freddi, migliorando la fertilità del terreno che arricchisce con le sue radici e la sua massa verde. Il loietto crescerà nelle nostre risaie per circa sei – sette mesi per poi essere interrato con il sovescio.
I colori della mietitura quando splende il sole come oggi sono incantevoli. Il nostro riso Carnaroli è completamente maturo ed il giallo è ormai la colorazione predominante. Il contrasto con le vicine montagne è netto. Il Monte rosa è sempre protagonista, riesce sempre a catturare il nostro sguardo.
Ogni annata, quando si conclude la mietitura del riso Arborio abbiamo la sensazione che la storia di questo straordinario riso proseguirà ancora per tanti anni. Dal 1946 ad oggi questo riso che porta il nome di uno dei comuni della Baraggia, si è fatto apprezzare in ogni angolo del mondo. Per noi è un riso irrinunciabile, un pezzo di storia della nostra terra che continuiamo a veder crescere rigoglioso nelle nostre risaie. Oggi si dice che sia una varietà poco produttiva e molto sensibile, il suo nome è inoltre molto utilizzato per commercializzare altri risi simili della stessa tipologia. Noi continuiamo a considerarla una varietà molto rustica e non potrebbe essere diversamente considerati i più di 70 anni di storia. Agronomicamente ha dei limiti, la pianta è alta e non produce come le varietà moderne. Penso siano proprio questi limiti a rendere così speciale questo riso.
La raccolta del riso è per noi un momento magico in cui le emozioni cancellano le fatiche del lavoro. Non è semplice descrivere tutte le sensazioni che proviamo nel momento in cui inizia la mietitura, ieri mi ha colpito in particolare il profumo che attraversa i campi appena raccolti. Un profumo inconfondibile di paglia di riso e di risaia. La raccolta è anche il tempo dei primi bilanci, si inizia a toccare con mano la qualità del prodotto ed i risultati di un’ annata agraria di lavoro che per il 2019 sembra molto buona.
Nel tardo pomeriggio di oggi abbiamo vistro transitare davanti ai nostri occhi e alle nostre risaie una preoccupante perturbazione che ha scaricato venti e violente grandinate a pochi chilometri dalla nostra azienda.
E’ difficile descrivere l’ apprensione con cui viviamo questi momenti che possono segnare un’ annata di lavoro. Il momento inoltre è quello peggiore in quanto le piante di riso non hanno più il tempo per recuperare perchè la grandine va a colpire direttamente la pannocchia, provocando sgranamento.
Il riso integrale, estremamente ricco dal punto di vista nutrizionale, offre ampie possibilità di utilizzo in cucina. I tempi di cottura, spaventano sempre meno e sono generalmente meno lunghi di quanto si pensi. Riteniamo sia anche cambiato l’ approccio a questi risi, con preparazioni sempre più sfiziose e ricche di gusto che ne rendono molto piacevole il consumo.
Il Rosa Marchetti integrale Zaccaria è un riso buonissimo, decisamente saporito e veloce da cuocere. E’ prodotto con metodologie completamente naturali, in Agricoltura Biologica e con la tecnica della pacciamatura verde. Nell’ occasione è stato lessato e condito con un sugo di mandorle tritate, calamari a pezzi e gamberi.
Le libellule hanno una predilezione per il riso, in particolare per il Carnaroli che grazie alla sua grande foglia paniculare consente loro di aggrapparsi saldamente. La risaia inoltre è una fonte inesauribile di cibo per le libellule.
Abbiamo seminato soia (Glycine max) in alcune nostre risaie biologiche per fare rotazione colturale. La rotazione con soia è una pratica molto consigliata perchè migliora la fertilità del terreno, migliorandone la struttura e arricchendolo in nutrienti fondamentali come l’ azoto. Nei Nostri terreni di Baraggia, argillosi e compatti la soia non ha vita facile e spesso viene sopraffatta dalle infestanti, soprattutto il giavone. Per ovviare a questo inconveniente la seminiamo molto fitta ma questo spesso non basta e la produzione viene compromessa e ci spinge a distruggere l’ intero raccolto per evitare che le infestanti come il giavone compiano il proprio ciclo lasciando i propri semi sul terreno. Il nostro obiettivo è produrre riso biologico e per farlo bene siamo disposti anche a sacrificare il raccolto delle rotazioni che facciamo. Ora siamo in una fase in cui non siamo ancora in grado di dire se riusciremo a raccogliere un po’ di soia. Alcune parti della risaia, come si vede bene nella terza foto sono compromesse e verranno distrutte mediante trinciatura. Altre parti, dove la soia è riuscita a svilupparsi bene, potrebbero anche andare a produzione ma lo vedremo bene nelle prossime settimane.
Il riso Carnaroli a fine agosto ha da poco inziato la lunga fase di maturazione. Le risaie si stanno asciugando, l’ acqua è stata tolta da pochi giorni e le pannocchie iniziano a piegare sotto il peso delle cariossidi che si stanno riempendo. Anche la risaia si riempie di colori, con il verde che lascia via via il passo a colori molto più caldi. Questo è uno dei momenti migliori per apprezzare tutta la bellezza della pianta di riso Carnaroli, con le gialle pannocchie in contrasto con il verde ancora acceso della foglia paniculare. Con il procedere della maturazione infatti gran parte della pianta virerà verso il giallo, il colore della maturazione.
Pannocchia di riso varietà Carnaroli in fase avanzata di fioritura.Particolare fioritura riso varietà Carnaroli.
Tutto inizia da un fiore oserei dire. La fioritura nella formazione del chicco di riso è il punto di partenza, seguito dalla fecondazione e dalla trasformazione dell’ ovario in frutto. Il chicco di riso o cariosside è a tutti gli effetti un frutto, un frutto secco, un frutto seme.
Il rio Odda attraversa gran parte delle nostre risaie. Si tratta di un canale minore che ha principalmente funzione di scolo anche se irriga alcune risaie. In questi giorni è meravigliosamente pieno di vegetazione e di vita. Sembra molto lontano da quel ruolo importante che ha nei momenti di grande piovosità in cui negli anni l’ abbiamo visto riempirsi fino alla sommità degli argini. Nei momenti più critici e a rischio alluvione, la sua portata d’ acqua, è sempre riuscita ad impressionarci. L’alveo deve pertanto essere mantenuto libero e dopo la mietitura provvederemo a trinciate le rive in modo accurato. In autunno la vegetazione avrà completato il suo ciclo annuale, riprenderà il prossimo anno ma nel frattempo questo canale tornerà ad avere sembianze più consuete. La natura è una soddisfazione quotidiana.
Il nostro riso biologico è nella fase fenologica di accestimento, stadio vegetativo in cui si ha la produzione dei culmi (fusti) secondari. Le piante di riso tendono così ad infittirsi e ad occupare tutto lo spazio libero.
In alcuni punti la pacciamatura vegetale di loietto era talmente fitta che ha ostacolato enormemente la nascita del riso. Lo dimostrano gli spazi vuoti che si vedono in questo secondo video e che ci permettono però di apprezzare le caratteristiche di questa tecnica naturale.