Balilla

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Il nome non è casuale visti gli anni di questa varietà di riso che per tanti versi si rivela da molto tempo la migliore sotto il profilo produttivo. Il Balilla è un riso tondo, molto usato per la produzione di riso soffiato, gallette, ecc. E’ una costante soddisfazione coltivare il Balilla, non tradisce mai e le produzioni sono sempre abbondanti. Sabato 22 Aprile abbiamo seminato il riso Balilla su circa 23 ettari.

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Varietà di riso: alcune precisazioni.

Dalla cronaca di Vercelli su La Stampa di mercoledì 5 ottobre, apprendo che in una riunione interlocutoria per il progetto “Igp Riso Valle del Po” è emersa la necessità di cancellare dal disciplinare di produzione le indicazioni varietali, a causa dell’instabilità genetica delle varietà di riso. Si afferma inoltre che dopo un certo periodo di tempo le varietà di riso decadono.

 

Ritengo inesatto questo concetto, in quanto una varietà di riso se ben selezionata (selezione conservatrice) può durare secoli.

 

A scanso di equivoci faccio alcuni esempi:

 

– Riso Balilla, riso tondo coltivato sin dal 1929, di grande qualità, è costantemente tra i risi più produttivi.

 

– Riso Arborio, storica varietà, in grado di produrre in modo elevato. Ad Arro di Salussola, nella Baraggia Biellese, un tenace produttore di Arborio ha prodotto unitariamente nel 2005 anche 68 qli per ettaro (documentati).

 

– Riso Carnaroli, storico e qualitativamente il migliore. Risale agli anni 40.

 

– Riso Sant’Andrea, storico della Baraggia e altamente produttivo. Risale ai primi anni 60.

 

Questi esempi dimostrano che molte varietà storiche, se opportunamente conservate in purezza, non decadono affatto, anzi, oltre a rappresentare il fiore all’occhiello della risicoltura italiana, sono anche tra le più produttive.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’impianto di essiccazione del riso.

In questo periodo, in tutte le aziende risicole, si sentono girare giorno e notte gli impianti di essiccazione. Il riso raccolto in campo, presenta alti livelli in percentuale di acqua (anche oltre il 20%). Le operazioni di essiccazione servono per ridurre l’umidità del riso, fino a valori intorno al 13 – 14%. L’impianto nella foto, acquistato nel 1999, è capiente e funzionale.

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La mietitrebbiatrice Laverda: il posto guida.

Come si può notare nella foto, il posto guida è scoperto. Ai tempi  dell’acquisto (1982) molte mietitrebbiatrici non erano dotate d i cabina, perché riduceva molto la visibilità. Le cabine moderne garantiscono invece una notevole visibilità. L’inconveniente principale dovuto all’assenza della cabina, sono le polveri che si liberano dalla barra falciante in quanto sono notevolmente fastidiose e provocano prurito.

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