Il riso Sant’Andrea, nel segno della tradizione.

Il Sant’Andrea è il riso tradizionale della Baraggia, il riso che per molti anni è sembrato esclusivo di questa terra. La coltivazione del Sant’Andrea in Baraggia ha raggiunto in passato estensioni superiori alla metà del suo territorio coltivato a riso, e lo ha fatto per molti anni.
Il Sant’Andrea non rappresenta la nostra produzione più pregiata, ma è il riso a cui storicamente siamo più legati.

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Il riso Sant’Andrea di Baraggia: alcune considerazioni di carattere gastronomico.

Il Sant’Andrea è una varietà di riso di grande pregio; non è estremamente diffusa, in quanto la sua coltivazione è limitata da sempre a circa 10000 ettari, localizzati quasi esclusivamente all’interno dell’area di Baraggia.

Al consumo, se presente in purezza, dimostra le sue grandi qualità soprattutto nella preparazione di risotti e minestre, grazie alla sua notevole capacità di assorbire i condimenti. Ha un’ottima tenuta alla cottura, ma ha tempi di gestione più ristretti rispetto al Carnaroli.

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Il riso Sant’Andrea di Baraggia in lavorazione.

Mercoledì 30 Novembre è andato in lavorazione un primo lotto del nostro riso Sant’Andrea di Baraggia. La raffinazione, eseguita in conformità al disciplinare dell’IGP riso di Baraggia Biellese e Vercellese, ha avuto una resa in percentuale di circa 58 punti. La lavorazione è stata eseguita con criterio ed in modo non troppo intenso, corrispondente al secondo grado di lavorazione.

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Riso Sant’Andrea di Baraggia Zaccaria: appunti descrittivi.

Il riso Sant’Andrea Zaccaria è coltivato in purezza ad Arro di Salussola nella Baraggia Biellese, esclusivamente nei terreni di proprietà dell’azienda. Questi terreni, coltivati a riso sin dal 1500 sono argillosi e ricchi di sostanza organica e vengono irrigati con le acque fredde e pure provenienti dalle vicine Alpi Biellesi.
La baraggia, presenta peculiari caratteristiche agro-pedo-climatiche che la rendono unica al mondo per la coltivazione del riso. I terreni fortemente argillosi e ricchi di ferro, le basse temperature dovute alla notevole vicinanza alle montagne, determinano produzioni ridotte, ma di eccellente qualità. La Baraggia, vera nicchia della risicoltura italiana, veniva individuata già nel secolo scorso dall’Istituto Sperimentale di Risicoltura di Vercelli come particolare e diversa. Il riso di Baraggia manifesta le sue peculiarità durante la cottura perché mantiene una maggiore consistenza del grano ed una minore collosità rispetto all’analogo prodotto di altre zone risicole.
La produzione di riso Sant’Andrea Zaccaria viene seguita in tutte le sue fasi dal padre Silvio e dai figli Carlo e Matteo, ma è soprattutto la grande esperienza di Silvio a garantire l’ottenimento sul campo di un prodotto di eccellente qualità. Matteo e Carlo hanno portato, grazie anche ai molti anni di studi, l’innovazione necessaria a rendere più sostenibile la pratica agricola, nel rispetto dell’ambiente e ancor di più dei consumatori, ai quali viene offerto un prodotto sano e privo di residui chimici. Tutto questo è possibile grazie all’esclusivo utilizzo di fitofarmaci non residuali, e al mantenimento della fertilità del terreno grazie all’utilizzo di fertilizzanti organici ed alle pratiche colturali come il sovescio e la rotazione. La raffinazione ed il confezionamento uniscono le moderne tecniche come la selezione ottica ed il sottovuoto, alle tradizionali operazioni di sbiancatura a pietra del riso.
 Per il confezionamento l’azienda agricola Zaccaria utilizza il SOTTOVUOTO, che è una moderna tecnica che permette di conservare per lunghi periodi l’integrità e la fragranza del riso, mantenendo intatte vitamine, lipidi e proteine, preservando tutti gli elementi che determinano la qualità del riso.
 Il Sant’Andrea Zaccaria, è molto versatile, ha un’ottima capacità di assorbire i condimenti ed esprime tutte le sue peculiarità nella preparazione del risotto. Con il Sant’Andrea Zaccaria, si ottengono risotti gustosi, al dente e cremosi. Il riso Sant’Andrea Zaccaria è anche indicato per la preparazione di minestre e dolci, può essere utilizzato anche per insalate, timballi e tortini, preparazioni per le quali richiede particolari accorgimenti in quanto libera amido durante la cottura.

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Riso Sant’Andrea: la scheda tecnica.

La scheda tecnica del riso Sant’Andrea di Baraggia Zaccaria prodotto nel 2005.

Nome: Zaccaria riso Sant’Andrea.
Specie Botanica: Oryza Sativa L.
Sottospecie: Japonica
Cultivar: Sant’Andrea (deriva per selezione da Rizzotto   (Vialone x Lady Wright))
Denominazione: Riso di Baraggia Biellese e Vercellese (protezione transitoria accordata a livello nazionale con decreto del 25-02-04)
Ciclo vegetativo: 160 giorni
Annata: 2005
Località: Arro di Salussola (Biella – Piemonte) (ad Arro di Salussola si coltivava il riso già nel 1500, come dimostrato da diversi atti notarili conservati negli archivi comunali). 
Area geografica: Baraggia: area pedemontana nel Piemonte nord-orientale ai piedi del massiccio del Monte Rosa (4.630 m) e delle alpi Biellesi (Mucrone (2.335 m) e Mars (2600) le vette); è compresa tra il torrente Elvo ed il fiume Sesia e si sviluppa verso il piano a terrazzi, con condizioni pedo-climatiche caratteristiche che influenzano positivamente il profilo qualitativo del riso.
Clima: di tipo continentale, con temperature medie annuali inferiori di circa uno – due gradi Celsius rispetto alle altre aree risicole italiane. La vicinanza delle montagne ed i venti che discendono da esse, determinano frequenti inversioni termiche, che a fine estate determinano una più rapida formazione del chicco.
Terreno : argilloso, ricco di sostanza organica, Ph ~ 4,5.
Densità di semina: bassa 140 Kg per ettaro.
Seme: riso Sant’Andrea 1° riproduzione.
Semina: 2 – 7 maggio 2005
Coltivato ne: foglio 10, mappali 8 e 9. Ettari 22,2.
Numero camere di risaia: 14
Raccolta: 28 e 29 settembre e 9 e 10 ottobre a maturazione completa.
Produzione unitaria media: (stimata) 6.800 Kg ad ettaro di risone.
Produzione complessiva: (stimata) 151.000 Kg.
Resa alla Lavorazione: (analitica) 58 – 60%
Data di lavorazione: 30/11/2005
Kg di riso grezzo lavorati: 2830
Kg di riso raffinato: 1632
Resa alla lavorazione: 58% circa.
Tipo di raffinazione: lavorazione leggera di secondo grado.
Colore: Bianco, tendente al giallo paglierino.
Umidità: max 14%
Profumo: equilibrato, di riso, privo di spunti aromatici.
Caratteristiche merceologiche generali: Fino (lungo A). Granello lungo, grosso, di forma semiaffusolata con sezione tondeggiante; dente sfuggente e testa regolare. La perlatura è  centro laterale, la striscia media. Le dimensioni medie del chicco sono: 6.3 x 2.8 mm.
Contenuto in amilosio: alto, circa 21,85 %.
Collosità: 4.6 g x cm2
Consistenza:  0.60 Kg x cm2
Confezionamento: Sottovuoto (scadenza 24 mesi). La confezione aperta va conservata in luogo fresco e asciutto (eventualmente anche in frigo su appositi contenitori di vetro).
Conservazione:Prodotto naturale, riso non trattato e privo di conservanti. Dopo l’apertura, va conservato in luogo fresco e asciutto. In mancanza di un locale adeguato, si può conservare in frigo in contenitori di vetro.
 
 
Alla Cottura:
q       Tempo di cottura: 15 minuti (valori indicativi che possono variare notevolmente a seconda delle preferenze.
q       Metodi di cottura: indicato per qualsiasi tipo di preparazione.
q       Valori nutrizionali x 100g: Valore energetico 349 Kcal
Proteine                 7 g
Carboidrati           78 g
Grassi                    1 g


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Varietà di riso: alcune precisazioni.

Dalla cronaca di Vercelli su La Stampa di mercoledì 5 ottobre, apprendo che in una riunione interlocutoria per il progetto “Igp Riso Valle del Po” è emersa la necessità di cancellare dal disciplinare di produzione le indicazioni varietali, a causa dell’instabilità genetica delle varietà di riso. Si afferma inoltre che dopo un certo periodo di tempo le varietà di riso decadono.

 

Ritengo inesatto questo concetto, in quanto una varietà di riso se ben selezionata (selezione conservatrice) può durare secoli.

 

A scanso di equivoci faccio alcuni esempi:

 

– Riso Balilla, riso tondo coltivato sin dal 1929, di grande qualità, è costantemente tra i risi più produttivi.

 

– Riso Arborio, storica varietà, in grado di produrre in modo elevato. Ad Arro di Salussola, nella Baraggia Biellese, un tenace produttore di Arborio ha prodotto unitariamente nel 2005 anche 68 qli per ettaro (documentati).

 

– Riso Carnaroli, storico e qualitativamente il migliore. Risale agli anni 40.

 

– Riso Sant’Andrea, storico della Baraggia e altamente produttivo. Risale ai primi anni 60.

 

Questi esempi dimostrano che molte varietà storiche, se opportunamente conservate in purezza, non decadono affatto, anzi, oltre a rappresentare il fiore all’occhiello della risicoltura italiana, sono anche tra le più produttive.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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