La livella che si vede in foto, risale al lontano 1988. Era una delle prime che iniziavano a livellare le risaie del nord Italia. Mio padre comprese subito l’importanza di quello che oggi è diventato uno strumento indispensabile per la coltivazione del riso. Controllata mediante laser, questa livella permette di mantenere perfettamente in piano lo strato di coltivazione, con notevoli vantaggi dal punto di vista agronomico.
La nostra livella lavora su una superfice di 4 metri. Oggi si preferiscono livelle più larghe ma nei nostri terreni, ad alta capacità di campo e spesso umidi e con ristagni d’acqua, spesso si hanno problemi di scorrimento e di distribuzione della terra.
Ciao,anche voi dopo aver livellato e passato il coltivatore rullate per eliminare le zolle sporgenti?Qui nel milanese si sta diffondendo questa pratica, per poter impiegare meno acqua per sommergere la risaia.Gran bel mezzo il Jonni!
No Marco, è interessante come fate voi ma noi non riusciamo, siamo costretti ad erpicare e per le zolle sporgenti usiamo l’asse spianone. Anche noi comunque riusciamo a mantenere un livello d’acqua molto basso.
Si, il Jonni va alla grande, dovresti vederlo anche nei terreni peggiori quando è umido. Una bomba.
Eccolo lì il John Deere!
Grazie di tutto Carlo, ti segnalo che nel suo blog Andrea Celentano ti ha insultato: http://radiomilaninter.blogspot.com/2008/03/il-figlio-di-puttana-stronzo-merda.html
Conosco un agricoltore rustico che sostiene che il John Deere è un mezzo per culi pallidi! Provate ad indovinare di chi si tratta 😉
Grazie della segnalazione Tommaso, prenderò i provvedimenti adeguati al caso.
Al posto io userei solo mondine!
Bei tempi quelli delle mondine.
da noi nel ferrarese dopo la livella diamo il rotante con il rullo paker e viene perfetta.
Anche noi passiamo dopo la livella l’erpice rotante con il rullo paker.
Di che zona sei del ferrarese?
sono di jolanda di savoia tu di dove sei?
scusami ma sono nuovo non avevo visto che sei di BI
Sei quindi Alfio un produttore di riso del delta del Po, una zona forse agli antipodi rispetto alla mia Baraggia. Avevo letto tempo fa alcuni articoli che parlavano delle peculiarità del vostro riso che si differenzia rispetto alle altre zone risicole italiane.
si, sono un produttore di riso del delta del po, si dicono che il nostro riso si differenzia dal riso di altre zone.
Speriamo che anche nel vostro caso la protezione comunitaria arrivi presto. Ricordo che per il riso del Delta del Po era stata richiesta l’IGP. A che punto è la pratica?
la pratica purtroppo e ancora in alto mare, speriamo.
Ci vuole molto impegno Alfio, noi per il riso di Baraggia dopo quasi dieci anni ce l’abbiamo fatta ma è comunque un punto di partenza. Vi auguro di ottenere al più presto anche voi la giusta denominazione che tuteli le peculiarità del riso del vostro territorio.
Salve ragazzi,complimenti per il sito…abito in Toscana e qui il riso non è una pratica adatta,però mi piacerebbe molto coltivarlo.Dat o che siamo in tema,qualcuno nelle lavorazioni usa Deutz Fahr???